Due anni fa, per conto di Citroën, con Massimo Borio e la preziosa consulenza di Ettore Mocchetti di AD, realizzammo due serie di sessanta cofanetti in pelle per commemorare il sessantesimo anniversario della presentazione della DS19.
Destinati a sessanta personalità del mondo della cultura e dello spettacolo ed a sessanta appassionati che ebbero l’opportunità di acquistarli alla Fiera Auto e Moto d’Epoca di Padova, i cofanetti si esaurirono rapidamente.
Ieri abbiamo aggiunto al nostro E-Shop alcuni nuovi articoli dedicati agli appassionati della sbarazzina Plueriel ed abbiamo facilitato l’accesso ai quasi 150 oggetti disponibili dividendo il tutto per categorie e per modelli.
“Se varrò qualcosa più in là, la valgo anche adesso, perché il grano è grano, anche se la gente, da principio, lo scambiava per erba”.
Questa frase di Vincent van Gogh chiude il nostro omaggio ai grandi pittori attraverso dodici foto.
La stessa frase descrive benissimo il destino della DS, la dea delle automobili, sottovalutata negli anni ’80 e bramata come non mai a oltre sessant’anni dalla sua presentazione.
Surrealista e metafisico, Salvador Dalì fu un personaggio che fece dell’eccentricità (spesso senza misura) la principale cifra della sua arte.
Il nostro omaggio in questa foto:
Ai suoi committenti più impazienti, Rembrandt diceva che “un quadro è finito quando l’artista dice che è finito“.
Flaminio Bertoni lavorò incessantemente alla parte posteriore della DS19, nel tentativo di armonizzarla con quella anteriore, senza raggiungere un risultato soddisfacente (per lui) mentre la direzione di Citroën lo pregava di accelerare, visto che mancavano poche settimane al Salone di Parigi del 1955.
Curiosamente, in vent’anni di produzione e dopo innumerevoli disegni, schizzi e maquette, la sola parte a non cambiare nella Dea delle automobili fu proprio quella che non piaceva al suo autore.
La foto di oggi doveva apparire sulla pagina del mese di aprile del Calendario di Citroën. Ritrae una DS21 e l’inconfondibile paesaggio toscano. E’ il nostro omaggio al pittore romantico zurighese Johann Heinrich Füssli, ai dieci anni che trascorse in Italia ed alla sua maestria nel maneggiare la luce.
Emil Nolde, longevo pittore tedesco che ha vissuto la seconda metà dell’800 e la prima del ‘900, passò dall’impressionismo all’espressionismo, esaltando le sue opere con colori intensi e complesse combinazioni. Sua la frase “nella mia arte uso tutti i mezzi che ho a disposizione per ottenere l’effetto che desidero.
Desidero veramente che l’opera mia esca dalla materia, come nella natura la pianta cresce dal terreno che le è adatto”.
Abbiamo dedicato questa immagine alla sofisticata tecnica pittorica di Claude Monet, creatore della corrente dell’impressionismo.
Il contrasto tra il candore della neve, il rosso intenso delle plastiche Seima della DS21 e del suo sobrio Gris Kandahar ci hanno ricordato il pittore francese che era solito affermare che “Ogni colore che noi vediamo nasce dall ‘influenza del suo vicino”.